Posizionare correttamente il prodotto farmaceutico tenendo conto anche delle conversazioni nelle community online è un lavoro continuativo e impegnativo.
L’agenzia Sudler International ha avviato un processo di trasformazione digitale che richiede il ripensamento di processi interni e organizzativi
Healthcare e Pharma sono settori che coinvolgono prodotti e servizi indirizzati principalmente a un
pubblico, quello dei medici, che ha bisogno di informazioni precise e verificate.
Comunicare con loro in modo corretto è da sempre una sfida delicata e di respiro globale, oggi resa ancora più complessa dalla comparsa, nelle conversazioni in rete, di consumatori, esperti e ricercatori che stanno diventando veri punti di riferimento e influencer del mercato.
L’agenzia Sudler International ((società del Gruppo WPP, leader nella comunicazione socio-sanitaria con un fatturato annuo intorno ai 20 Ml di euro), focalizzata proprio sulla consulenza alle aziende farmaceutiche, ha sviluppato un modello proprietario di Data Analysis capace di integrare dati eterogenei da molteplici fonti (interne ed esterne).
Mioli. I farmaci spesso raggiungono i consumatori a distanza di qualche anno dalla loro sintesi e necessitano un’accurata preparazione del mercato: un mercato basato sulla dualità medico-paziente, che oggi include anche nuovi attori in rete (cittadini, associazioni e caregiver) sempre più attivi e partecipativi.
Mioli. Ci aiutano a catturare il valore che sta scaturendo online dalle interazioni tra consumatori, specialisti e associazioni, che influenzano sempre di più il journey del prodotto. Occorre poi tenere conto degli opinion leader: su certe patologie i punti di riferimento della comunità sono poche decine di persone in tutto il mondo. Ci sono poi le fonti scientifiche: database sanitari, ricerche di mercato e studi compiuti a livello internazionale e informazioni non strutturate che necessitano di soluzioni avanzate di data analysis per estrarre dati di qualità e farli dialogare.
Mistrorigo. La necessità di integrare varie tipologie di dati implica l’adozione di soluzioni flessibili. Non solo. L’obiettivo per il prossimo futuro è estendere i modelli di analisi oltre i social media e i database strutturati, a partire dall’enorme mole di informazioni che arriverà dall’IoT e dai wearable. In questa ottica il cloud offre la scalabilità e l’apertura che ci servono. Inoltre, pur essendo open, abbiamo a che fare con una soluzione collaudata, sicura e che non richiede lo sviluppo di competenze specifiche per poter essere utilizzata.
Mioli. Ci sono molte variabili che possono influenzarne il successo, come per esempio l’introduzione di una nuova terapia. Attraverso l’analisi dei dati siamo in grado di cogliere anche segnali deboli, che provengono dall’ambito della ricerca, dal coinvolgimento dei pazienti affetti da determinate patologie o dalle loro conversazioni online. Avendo chiaro lo scenario complessivo, è possibile eseguire cambi di rotta in tempo utile.
Mioli. Serve una ristrutturazione sul piano interno e su quello delle partnership: sono aumentati i nostri interlocutori e dobbiamo imparare a coinvolgerli e comunicare correttamente con ognuno di loro. Nella gestione di elementi inaspettati che emergono dalle correlazioni tra i dati, senza un modello data-driven sarebbe impossibile apportare tempestivamente interventi al piano di comunicazione. Ma bisogna anche dotarsi di un nuovo modo di lavorare che attraverso la componente umana valorizzi gli insight e i segnali deboli emersi dalla loro analisi identificando nuovi ed efficaci approcci di comunicazione.